Grigliare la carne è una tradizione ormai consolidata in tantissime culture, ma non è la cosa più sana da fare. Un corpo sempre più crescente di ricerche suggerisce che cucinare le carni sopra una fiamma è legato allo sviluppo cancro: la combustione di legno, gas o carbone emette sostanze chimiche note come idrocarburi policiclici aromatici. L’esposizione a questi cosiddetti IPA è nota per aver causato tumori a pelle, stomaco e fegato di diversi animali da laboratorio: studi epidemiologici suggeriscono che, quando gli IPA di una fiamma si mescolano con l’azoto, ad esempio in pezzo di carne, possono formare IPAH nitrati, o NPAH, che sono ancora più cancerogeni dei PAH negli esperimenti di laboratorio. La conclusione ragionevole, quindi, è che la carne alla griglia può essere pericolosa per la salute.
Le ricerche sulla connessione tra carne grigliata e cancro
Le ricerche che possano collegare lo sviluppo del cancro alla cottura della carne su una fonte di combustione si sono accumulate per decenni. Gli epidemiologi hanno notato, per la prima volta, una connessione tra il consumo di cibi affumicati e il cancro allo stomaco negli anni ’60 in Giappone, Russia e Europa orientale, dove affumicare è un modo popolare per conservare carne e pesce: le realtà orientali sono diventate oggetto di ricerca sul cancro gastrico.
Studi più recenti suggeriscono che mangiare carni affumicate può portare al cancro anche al di fuori del tratto gastrointestinale. Uno studio del 2012, ad esempio, ha collegato il consumo di carne affumicata al cancro al seno. Nei decenni successivi alle prime scoperte è diventato chiaro che affumicare non è l’unico metodo di cottura problematico: la pancetta fritta, ad esempio, produce livelli significativi di IPA, probabilmente a causa della volatilizzazione del carbonio nell’alimento stesso. Uno studio iraniano ha scoperto che le persone che sviluppano alcuni tipi di tumori gastrointestinali hanno maggiori probabilità di avere una dieta ricca di cibi fritti piuttosto che bolliti: in questo caso, i ricercatori hanno collegato il livello di rosolatura all’incidenza del cancro.
La FDA e l’OMS rimangono anche preoccupati per la presenza negli alimenti di acrilammide, noto agente cancerogeno che si forma da zucchero e aminoacidi quando viene cotto ad alte temperature. Sono attualmente in corso studi a lungo termine che possano dimostrare che cucinare gli alimenti ad alte temperature, anche senza combustione attiva, può essere pericoloso.
Nessuno di questi studi è definitivo: è possibile che altre variabili spieghino le correlazioni tra cancro e cottura su fiamma o a calore elevato, o che la cancerogenicità degli IPA osservata in studi su animali ne sovrastimi il rischio. Ma i rischi valgono la pena di essere presi sul serio.
Come ridurre il rischio di cancro?
Rinunciare alla cottura ad alto calore è un’idea radicale. Cucinare a fuoco vivo è un’antica pratica che precede la nascita della specie, e può aver praticamente creato gli esseri umani moderni. L’odore e il sapore della carne carbonizzata sussurrano ai propri sé primordiali, evoca la sicurezza e la comunità di raccogliersi attorno al fuoco. È quasi più istinto della tradizione. Anche i ricercatori che studiano gli IPA smettono di raccomandare i divieti sulla cucina ad alto calore.
Ma le prove suggeriscono che accucciarsi intorno ad una fonte di calore e cercare il cibo è un’abitudine che bisogna considerare di interrompere.